Sarà Federica Di Martino, direttore artistico per la prosa del Teatro Marrucino di Chieti da un paio di anni, ad aprire la sua stagione teatrale. La pièce che la vede in scena come attrice, regista ed adattatrice, “Cronaca di un amore rubato”, in programma il 12 gennaio, è tratta dal racconto “Cronaca di una violenza di gruppo” di Dacia Maraini e parla di uno stupro ai danni di una bambina. Dice la Di Martino nella presentazione: << In scena c'è una donna sola. Un'anima morta. Una bambina diventata donna fra quattro mura, raccontandosi sempre la stessa storia, per come gli altri l'hanno raccontata, per come la società l'ha digerita. >>
La stagione proseguirà il 19 e 20 gennaio con un viaggio tra poesia, parole e musiche del teatro di Raffaele Viviani. “Viviani Varietà!” è ambientato nel 1929 su un piroscafo pieno di emigranti diretti a cercar fortuna nel nuovo mondo. Tra loro c’è Massimo Ranieri/Raffaele Viviani che attraversa l’oceano da Napoli a Buenos Aires con la sua compagnia di attori e musicisti e che metterà in prova uno spettacolo; per festeggiare la notte del passaggio dell’Equatore, debutteranno. Massimo Ranieri e il regista Maurizio Scaparro ricompongono la galleria di ritratti in musica che Viviani ha disseminato nelle sue opere, riunendo nelle sale di III classe del Duilio il popolo vitale e dolente di scugnizzi, ambulanti, prostitute e povera gente per fare i protagonisti e gli spettatori del varietà popolare che va in scena.
L’08 e il 09 febbraio Andrea Giordano e Giancarlo Zanetti, diretti da Giancarlo Sepe, saranno in scena con “Il bell’Antonio”, in una riduzione del romanzo di Vitaliano Brancati curata dalla figlia di Brancati, Antonia, e da Simona Celi. La Sicilia catanese è al centro di una tragedia al contrario in cui l’eroe lo è nonostante se stesso e il motivo della tragedia in se non esiste se non in una incomprensibile difficoltà di Antonio ad amare.
Il 22 e 23 febbraio, arriverà Giorgio Albertazzi nel ruolo di Shylock de “Il mercante di Venezia” di Shakespeare e di cui lo stesso Albertazzi ha curato l’adattamento diretto da Giancarlo Marinelli. Dice il regista: << Giorgio Albertazzi ha fatto del “Mercante” un perfetto ibrido che sembra ora scritto da Strindberg e ora da Sartre, passando per la lussuria di Baffo e per i giocosi azzardi di Goldoni. Ha subito capito, fin dai vagiti della luce che qui l’alba e il mattino, sommariamente intesi come il primordio della vita e quindi la giovinezza, e il tramonto e la sera, da considerarsi come tenebra, come male, come Shylock, sono di fatto non distinguibili. E' come se i giovani veneziani e il vecchio ebreo siano cerchi nell’acqua creati dallo stesso sasso, riflessi specchianti dello stesso corpo, della stessa vita: Shylock odia Antonio, Bassanio e la loro cricca perché vorrebbe depredare quella giovinezza che non ha più e Antonio e Bassanio detestano Shylock perché, in qualche modo, in lui scorgono il tramonto, il capolinea, il bicchiere rotto a fine festa che, inesorabilmente, li attende. In questo senso Shylock è Antonio, Shylock è Bassanio, Shylock è Porzia. E’ tutto ciò che sono e tutto ciò che saranno. Per questo Shylock non può essere l’ebreo rachitico, obliquo ed incartapecorito tratteggiato da Celine, anzi, è uno splendido condottiero, un ipnotico sciamano che si muove tra le calli a bordo di una stranissima zattera, così come aveva immaginato Zanzotto per un film di Fellini. >>
“Il balcone di Golda”, di Gibson, in cui Paola Gassman è diretta da Maria Rosaria Omaggio sarà in scena il 01-02 marzo. Dedicato a una delle figure più importanti della storia del XX secolo, Golda Meir, prima donna Premier di Israele, racconta sia la sua vita che il conflitto medio-orientale.
A chiudere il cartellone, il 22-23 marzo, sarà la coppia Glauco Mauri-Roberto Sturno con “Una pura formalità”, musiche di Germano Mazzocchetti, versione teatrale del film di Giuseppe Tornatore, in cui un celebre scrittore, Onoff, viene accusato di un delitto. Ma, pur con la tipica atmosfera thriller, la pièce è un viaggio alla scoperta di se stessi.